sabato 5 novembre 2011

La santificazione di Steve Jobs



Il 6 ottobre 2011 il mondo ha perso un visionario. Questa è la considerazione che la gente aveva di Steve Jobs, il “grande” inventore della “Apple”, società che con le sue invenzioni e scoperte ha cambiato lo stile di vita di milioni di persone. Un visionario. Alla sua morte però abbiamo assistito a qualcosa di più rispetto al lutto per un “visionario”. Il mondo sembrava impazzito. C’era gente affranta davanti ad un semplice “iPhone”, gli “Apple store” di tutto il mondo sono stati invasi di lettere e fiori di ogni genere. La gente venerava un venditore di computer come un santo. E’ veramente giusto santificare una tale persona? Certamente Steve Jobs, oltre ad essere un formidabile genio, era anche un grande uomo. Appena nato viene dato in adozione ad una famiglia americana che gli garantisce l’università (che non finirà di frequentare), a soli 21 anni fonda una piccola società, quasi per gioco, con un amico: la “Apple”. Dopo i primi successi con la società venne cacciato dai dipendenti che lui stesso aveva assunto. Nonostante tutto non si da per vinto , crea la “Next” (società di computer) e la “Pixar” (che avrà un successo strepitoso fino ai nostri giorni) La “Apple” accortasi dell’errore comprerà la “Next” riassumendolo. Il successo per Jobs continua. E proprio quando la sua società raggiunge l’apice del successo gli viene diagnosticato il tumore al pancreas. “Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo e sta certo che prima o poi indovinerai” Questa è la frase che ha condizionatola vita di Jobs. La sua straordinaria capacità di andare sempre oltre ogni aspettativa, il suo straordinario genio e la sua forte e viva voglia di non arrendersi mai, nemmeno di fronte al tumore, lo hanno fatto apparire, agli occhi del mondo, come un visionario. E forse Steve Jobs un visionario lo era davvero. Ma è giusto dare una tale importanza, quasi da santificarlo, ad un uomo che, seppur visionario, ha introdotto cambiamenti che hanno rovinato irreparabilmente la società? Jobs infatti, come dimostra anche la vita, ha incarnato alla perfezione l’uomo simbolo dell’individualismo americano, del tutti contro tutti che ha portato questa società alla rovina e l’ha fatta sprofondare nella crisi profonda dove ci troviamo ora. L’uomo che tutti venerano come un santo era un uomo pieno di ego, di competitività, che invece di rendere più semplice la vita della gente l’ha solo resa più difficile. Ora una persona comune non riesce a stare tranquilla se non può navigare su internet mentre è al lavoro, o se non può sentire la musica sempre ed ovunque. I bisogni dell’uomo sono aumentati esponenzialmente: wi-fi, 3G, bluetooth, il bisogno di stare sempre in contatto con gli amici, cellulari di ultima generazione… siamo in una società in cui ogni valore etico, morale o religioso, è stato sostituito dal materialismo più sfrenato, la gente è disposta a fare file di ore ed ore solo per comprare un pezzo di ferro, per poi ripetere la coda il mese successivo per comprare la nuova versione che di nuovo non ha quasi niente. E in una società del genere un visionario viene adorato come un santo, per giorni e giorni, solo perché ha prodotto milioni e milioni di beni di alto valore (basti pensare al valore di un iPhone 4) con i quali la popolazione ha creduto di viere meglio mentre invece sprofondava nella crisi sia economica ma anche di valori in cui ci troviamo ora. L’impatto che ha avuto la sua morte è stato impressionante. C’erano più mele in televisione e sui cartelli pubblicitari che sugli alberi. Ed il tam-tam mediatico è proseguito per una settimana intera. La vita di Steve Jobs, che per certi versi dovrebbe essere un esempio, non è stata presa come tale dalla gente, che all’invito di Jobs “Siate affamati, siate folli” lanciato alla Stanford University nel 2007, ha risposto con una fame verso beni materiali sempre più insensata e con una follia generale che ha portato a questo estremo ed eccessivo risalto mediatico riguardo la sua morte e alla sua successiva santificazione. Non ci facciamo ingannare, i santi sono altre persone, Steve Jobs non lo era di certo.