giovedì 22 dicembre 2011

Francesco Ferdinando: storia di un Arciduca romantico parte 3

Noi vogliamo cantare di Francesco Ferdinando d'Asburgo ed esaltare il primo degli ultimi romantici.
Questa è la storia di un uomo che rinunciò allo scettro imperiale per amore di una donna.



...una miriade di emozioni scaldò il cuore dell'arciduca era il dolce viso del suo amore, non perdendo tempo iniziarono subito a ballare lui erede di un impero e lei semplice dama di corte, ma in quegli istanti nulla a veva importanza ogni regola sociale era infranta, il resto del mondo  non importava e faceva da spettatore allo spettacolo di quei due corpi uniti in una sola entità.Durante il frenetico e dolce piroettare Sophie rimase contrariata nel vedere l'arciduca sempre con la sua spada dicendogli << Carissimo sconosciuto ma lo sapete che ferisce più la penna di una spada?>> e l'arciduca subito << Sarà pure come voi dite ma io con la mia spada c'ho scritto più di mille poesie>>, la bellissima non capì da subito il significato di quelle parole...

martedì 6 dicembre 2011

Francesco Ferdinando: storia di un Arciduca romantico parte 2

Noi vogliamo cantare di Francesco Ferdinando d'Asburgo ed esaltare il primo degli ultimi romantici.
Questa è la storia di un uomo che rinunciò allo scettro imperiale per amore di una donna.



...un secondo che pareva un internità, un secondo in cui l'Arciduca si sentii trasportare in luoghi inimmaginabili, nessuna delle avventure da lui vissute era paragonabile a questa sensazione, il suo cuore iniziò a scaldarsi con la forza di mille soli, le sue ginocchia cominciarono a tremare, cosa mai successa, e nel suo stomaco era iniziato un walzer tra un milione di farfalle bellissime. Questa sublime sensazione ebbe la durata di un secondo, non appena l'orchestra iniziò a suonare lei si perse tra le centinaia di persone prese a ballare, in quel momento la sensazione paradisiaca di poco prima si trasformò in un senso di angoscia ed irrequietezza.
Cresciuto per diventare un imperatore non si diede per vinto e ad uno a uno perlustrò gli invitati alla ricerca dei suoi dolci occhi. In preda alla pazzia iniziò a girare in torno per tutta la sala dimenticandosi le buone maniere trattava gli invitati come cose come oggetti inanimati, per lui esistevano solamente quegli occhi e quel sorriso. Dopo un'ora di ricerche inutili la intravide nell'ala nord della sala,iniziò la corsa non curandosi di nessuna pareva che lo stesso Mercurio gli avesse prestato i suoi sandali, ma ciò fu del tutto inutile perche lei scomparve di nuovo, Francesco Ferdinando iniziò a pensare di essere veramente un pazzo e che quella dama che seppe fargli provare emozioni mai provate fosse solo un sogno, ma è proprio nel momento dello sconforto quando ti stai per arrendere che la provvidenza viene in tuo soccorso, infatti il serenissimo si senti toccare sulla spalla da una tanto gentil mano, si volse con la faccia bagnata e rossa e in quel momento vide un viso che non mise a fuoco da subito ma non appena capì chi fosse....

martedì 29 novembre 2011

Francesco Ferdinando: storia di un Arciduca romantico

Noi vogliamo cantare di Francesco Ferdinando d'Asburgo ed esaltare il primo degli ultimi romantici.
Questa è la storia di un uomo che rinunciò allo scettro imperiale per amore di una donna.


La nostra storia ha inizio molti lustri fa, quando ancora il mondo era governato da una legge morale, in una terra dapprima grande e poi grandissima, nella patria degli Asburgo.
Era la notte del 18 dicembre 1863 quando a Graz dalla fatica dell'Arciduca Carlo Ludovico, nacque un bambino la cui nascita fu benedetta dal volo di aquile.
L'infanzia di questo giovine trascorse serena in mezzo a spensierati giochi e rigide formazioni.
Il giovane Francesco fu guerriero e viaggiatore, a soli 15 anni intraprese la carriera militare, carriera che successivamente fu costretto ad interrompere per le condizioni della salute sua. Consigliatoli di vivere in climi più temperati nel 1892 si imbarcò a bordo dell’incrociatore SMS Kaiserin Elisabeth. Il viaggio del saggissimo iniziò da Trieste e si svolse verso le orientali Indie,la misteriosa Indonesia, la nuova Australia, il marziale Giappone, il gentil Canada ed il mercantile Nordamerica.Al suo ritorno affidò tutti i suoi ricordi, le sue impressioni ad un libro intitolato ''Diario del mio viaggio attorno alla Terra'', neanche dopo aver circumnavigato il globo il suo errare si placò infatti poco dopo il suo rientro ripartì per l'antico Egitto.
Una virgola fondamentale nella storia di Francesco Ferdinando fu il 30 gennaio 1889, giorno in cui divenne,in seguito al suicidio del principe della corona Rodolfo, il primo in linea di successione al trono imperiale.
Fatta premessa della vita di uno dei più innovativi e conservatori allo stesso tempo personaggi d'Europa, la cui morte causò lo scoppio della prima Guerra Mondiale, possiamo iniziare a parlare della nostra storia.
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Nel rivoluzionario e stupefacente 1895, l'Arciduca fu invitato ad un festa di ballo a Praga, durante questo evento tra armoniose piroette ed incalzanti walzerlo sguardo del principe si incrociò con i profondi occhi della contessa boema Sophie......CONTINUA

giovedì 17 novembre 2011

Natura abhorret a vacuo

The end.

coloro che hanno fischiato Berlusconi nel giorno della sua resa. Che sono poi coloro che hanno lanciato monetine a Craxi. I quali sono gli stessi che hanno insultato Mussolini e Claretta appesi a piazzale Loreto, infierendo sui cadaveri. Gli stessi che hanno linciato a Milano Giuseppe Prina, ministro delle Finanze del regno d’Italia napoleonico, quando Napoleone cadde, nel 1814, e non prima. Gli stessi che nel 1647 hanno trascinato per le vie di Napoli il corpo di Masaniello, Tommaso Aniello, che avevano acclamato re pochi giorni prima – portando poi la testa al vicerè spagnolo ritornato dopo la breve rivolta contro le tasse madrilene. Non importano le date, non conta il passare delle generazioni: questo è l’italiano eterno, sempre presente nei momenti più bui della storia come la torma delle mosche sulle carogne. Quello che infuria sugli sconfitti il giorno dopo che gli stranieri li hanno sconfitti. Quello che scalcia i cadaveri, quando non sono più potenti, punendoli della paura in cui li hanno fatti vivere finchè erano potenti. Che insulta i perdenti, e plaude al nuovo padrone straniero. Questo italiano incivile, che vive di paura interrotta da scoppi di ferocia, che esibisce la sua abbiezione, felice di non avere alcuna dignità; questo italiano di una viltà che lo straniero giudica con orrore derisorio, è colui che perpetua il nostro stato di servi. È lui c

lunedì 14 novembre 2011

Freiheit


"L'unica salvezza, per gli europei che rimangono puri, è avere ali forti!"
L.Degrelle

domenica 13 novembre 2011

Bushido




Non ho genitori; il Cielo e la Terra sono i miei genitori.
Non ho dimora; il Tan T’ien (sede del Ki) è la mia dimora.
Non ho potere divino; la Sincerità è il mio potere divino.
Non ho mezzi; l’Obbedienza è il mio mezzo.
Non ho potere magico; la Forza Interiore è il mio potere magico.
Non ho né vita né morte; l’Aum (l’eterno) è la mia Vita e la mia Morte.


Non ho corpo; l’Impassibilità è il mio corpo.
Non ho occhi; i miei occhi sono il Lampo.
Non ho orecchie; le mie orecchie sono la Sensibilità.
Non ho membra; le mie membra sono la Prontezza.
Non ho leggi; l’Autodifesa è la mia legge.


Non ho strategia; Diritto di uccidere e Diritto di ridare la vita sono la mia strategia.
Non ho progetti; Cogliere al volo l’Occasione è il mio progetto.
Non ho miracoli; le Leggi giuste sono i miei miracoli.
Non ho principi; l’Adattabilità ad ogni situazione è il mio principio.
Non ho tattiche; Vuoto e Pienezza sono la mia tattica.


Non ho talento; lo Spirito Pronto (intuito) è il mio talento.
Non ho amici; la Mente è mia amica.
Non ho nemici; l’Imprudenza è il mio nemico.
Non ho armatura; la Benevolenza è la mia armatura.
Non ho castello; la Mente Impassibile è il mio castello.
Non ho spada; No-Mente è la mia spada.

Bushido

Da sempre governati dalle banche…

E’ di strettissima attualita la nomina di Mario Monti alla presidenza del consiglio, inizialmente osteggiato da molti (IDV e PDL in primis) ora è divenuto il “deus ex machina” della politica italiana, Tv e giornali lo stanno facendo passare per il salvatore della patria, che tutto sa e tutto risolverà, gli unici che gli si oppongono sono alcuni poveri dementi Berlusconiani irriducibili (???) e NOI di Forza Nuova. Tra la gente che ci è più vicina ovviamnte la domanda sorge spontanea:
“Perchè non volete un “tecnico” come Monti in grado di salvarci??”
Il problema fondamentale è uno solo che Monti non è il salvatore… nessuno si è chiesto come mai è uscito fuori il suo nome così velocemente?? da dove viene?? quali meriti ha?? CHE LAVORO FA??
ed il nodo è proprio qui ! questo signore cosa fà nella vita ?? ve lo diciamo noi… oltre ad aver inciuciato nelle varie commissioni europee è sopratutto:
Dal 2005 international advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute, presieduto dalla economista statunitense Abby Joseph Cohen, ed è anche advisor della Coca Cola Company.
In pratica è alle dipendenze della banca e della multinazionale più potenti al mondo…. ma non basta perchè oltre a cio è inoltre presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller e membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg.

giovedì 10 novembre 2011

Il soldato Politico

Prima di intraprendere qualsiasi azione militante, prima di pianificare un programma di azioni che sfoci nella prassi politica di un movimento, occorre creare quell’ossatura interiore che serva a tener in piedi il nostro quotidiano agire nella società attuale.
Conoscere, innanzitutto, un mondo che non è più, ma che al contempo è sempre stato e sempre sarà, poichè non ha bisogno di essere realizzato per non perdere la sua validità eterna; quale è il mondo della Tradizione.
Conoscersi e mettersi alla prova, raccogliersi e custodire se stessi per decantarsi progressivamente e migliorarsi alla luce dello studio del mondo tradizionale, rispecchiandosi spontaneamente in una gerarchia di valori che il mondo moderno ha capovolto; avvertire, intuire, un polo attrattivo di principi, prenderne la dovuta consapevolezza affinando la propria anima sul modello tradizionale, disintossicarsi dalla modernità, allontanandosi poco per volta ma definitivamente dall’attuale prototipo di genere umano, degradato rovinosamente all’ultimo stadio d’essenza e di esistenza.
Intuizione, ricordo, consapevolezza; all’ombra di queste parole d’ordine deve svilupparsi dentro ognuno di noi, non già la figura del semplice militante, bensì quella del soldato politico che non conosce congedo, la cui lotta è eterna perché eterno è il suo fronte ideale, quello del bene che si oppone al male.
Delineare quindi la fisionomia del soldato politico è la prima esigenza che ci viene incontro; qualcuno l’ha considerato come “punto di intersezione tra il realismo eroico jùngheriano, il codice samurai, la spiritualità indù e la jihad islamica” (per comprendere appieno questo paradigma può venirci in aiuto un insieme di articoli di Evola raccolti nel testo “Metafisica della guerra” ed in particolar modo il capitolo de “La dottrina aria di lotta e vittoria”), ma riteniamo che l’esempio pratico cui tendere sia rappresentato dalla figura del legionario della Legione dell’Arcangelo Michele e della Guardia di Ferro costituite da Corneliu Zelea Codreanu in Romania.
Nell’essenza del soldato politico, quindi, forte è la figura archetipa dell’eroe, proprio come la delinea Max Scheler, docente tedesco di filosofia e di studi antropologici, nel suo testo “Modelli e capi”: <Ardimento, coraggio, valentìa, presenza di spirito, risolutezza, amore per la lotta, audacia, amore del rischio distinguono l’eroe dall’uomo pusillanime, dall’uomo che cerca solo la sicurezza. Lo distinguono, inoltre, la capacità di soffrire, la capacità di sopportare, a prescindere da tutto, in relazione a qualcosa” (concetto che si lega al “realismo eroico” di cui avevamo accennato pocanzi).
Ma fra le qualità denominate specificatamente eroiche, e di cui il soldato politico farà tesoro, troviamo anzitutto la “padronanza di sé”, giacchè solo chi è in grado di esercitare il massimo potere su sé stesso, saprà esercitare il potere anche sugli altri.


IL soldato politico rappresenta, come abbiamo visto, un tipo antropologico distinto dall’individuo borghese tipico del mondo moderno. E’ l’uomo differenziato che “in essenza sente di essere di una razza diversa da quella della grandissima parte dei suoi contemporanei” e che scorge nel mondo della Tradizione (con la sua concezione sacrale, organica e gerarchica del tutto), la terra in cui non sarebbe uno straniero.
Si connota per l’aderenza ad una particolare conformazione interiore: sobrietà, fedeltà, profondo senso dell’onore e del giusto, disciplina, senso della gerarchia, dedizione perseverante al dovere, accettazione silenziosa e stoica del proprio destino, identificazione totale con la propria comunità.
Intimamente tragica ed austera, eroica per vocazione naturale, questa figura d’uomo aderisce ad un istinto -frutto di un indole pre-natale, di un vero e proprio palinsesto genetico- che non chiede né dà ragioni.
In tale figura -che erede dello spirito di guerra assume il militarismo come modo di sentire, trasferendo in tempo di pace lo spirito del fronte- si possono rintracciare i lineamenti del tipo umano capace di trascendere l’essenza borghese, l’individualismo tornacontista, il mercantilismo politico.


Ogni soldato politico deve rivelarsi, come abbiamo già detto, più che un semplice militante che aderisce ad un dato programma o ad una ideologia, un “devoto” della propria visione del mondo, deve incarnare un vero e proprio “stile di milizia” scevro da ogni coinvolgimento utilitaristico, da ogni moto impulsivo ed irrazionale.
Lucido, distaccato, consapevole della sua funzionalità nell’eterna lotta del bene contro il male, dell’ordine contro la decadenza, e facendosi strumento di istanze sovra-individuali deve costituire o integrarsi in Comunità organiche di Destino - le Elite - la cui funzione sia di “pedagogia politica” e di risveglio delle coscienze, col proposito di estrarre dal popolo i migliori, per garantire la continuità e l’organicità di un Fronte di Servizio in cui la milizia degli uomini sia simbolo terreno della milizia celeste.






Sono accenni che rimandano al necessario studio dei seguenti testi:
- Ritorno al reale. Gustave Thibon
- Per i legionari, Guardia di Ferro. C.Z.Codreanu
- Metafisica della guerra. J. Evola
- Lo stile eroico. J.Kitayama
- Per l’ordine nuovo. S.Artuso
Feuer Frei

Happy Family

lunedì 7 novembre 2011

Vita, Amore e Guerra

Ironia...

Belgio. Un leone politicamente scorretto



 Sembra di sentire la vecchia canzone: si potrebbe andare tutti allo zoo comunale .. gridare aiuto è scappato il leone e veder di nascosto l’effetto che fa! 
Mentre una crisi minaccia l’intera Europa – e non solo – e mentre il Belgio si trova a fare i conti da sempre con il contrasto etnico e culturale tra la Vallonia (dove si parla francese)  e le Fiandre (dove si parla fiammingo) oltre che con un’instabilità politica cronica preoccupante, in un Paese dove lo scandalo pedofilia ha negli anni toccato il culmine, quale tragedia angoscia i politici del Belgio democratico? La bandiera delle Fiandre naturalmente perché  essendo un leone rampante (Leeuw  van  Vlaanderen) è troppo aggressivo! Questo simbolo – il Leone nero in campo giallo – risale al 14° Secolo e per centinaia di anni nessuno ha avuto da ridire, ne fiammingo ne straniero, ma oggi, essendo associato ai militanti nazionalisti fiamminghi del VB, il leone feroce spaventerebbe turisti e investitori! 
I politici del Belgio democratico che finalmente si sono accorti del pericolo, sono ovviamente addolorati da tanta aggressività e hanno subito lanciato un concorso per varare un nuovo simbolo politicamente corretto per le Fiandre. Hello Kitty forse andrebbe bene. 

La redazione di OF

Democracy

Perchè?

Come l'onda Travolgo!

Terre in Lotta



comunicato consegnato dai giovani della west bank all'ONU


Il 2 novembre 2011, due imbarcazioni con a bordo 27 civili provenienti da vari paesi, tra cui un nostro giovane rappresentante, sono salpate verso Gaza. Conoscendo le tattiche violente che Israele ha usato per intercettare le precedenti barche dirette a Gaza, tra cui l'assalto militare dell 31 Maggio 2010 verso la Freedom Flotilla, che ha provocato la morte di nove volontari e il ferimento di oltre 50, chiediamo alle Nazioni Unite di adottare misure urgenti per proteggere questa missione così come per porre fine alla complicità col criminale blocco israeliano verso Gaza. Il soldato israeliano Gilad Shalit è stato restituito alla sua famiglia, eliminando così uno dei principali pretesti, sebbene non fosse una giustificazione, di Israele per il severo assedio imposto su Gaza. E mentre 1.027 prigionieri palestinesi sono stati scambiati per Shalit (anche se 550 devono ancora essere rilasciati), oltre 1,5 milioni di palestinesi rimangono intrappolati in una prigione chiamata Gaza. 

A scuola, all'università, e attraverso le nostre organizzazioni, abbiamo appreso i diritti umani e il diritto internazionale, eppure sembra che i palestinesi rientrino in una classe di persone a cui questi diritti non si applicano. Come i neri in America mezzo secolo fa, o in Sud Africa due decenni fa, siamo vittime di una ideologia escludente e di quelli che la tollerano e la rendono possibile. Infatti le voci che parlano con più vigore di diritti umani, libertà, stato di diritto, sono quelle stesse che rendono possibile la violazione sistematica di questi stessi principi. Siamo stanchi di ascoltare questi enti ipocriti che non rispettano il nostro popolo, ma solo a parole i nostri diritti e aspirazioni. Cosa ci guadagna l'ONU a condonare questa ipocrisia, questo doppio standard e le sistematiche violazioni delle sue stesse leggi e principi? 
Lo scorso maggio, nel tentativo di scoraggiare la Freedom Flotilla II, Segretario Generale Ban Ki Moon ha dichiarato che tutti gli aiuti a Gaza avrebbero dovuto passare attraverso "valichi legittimi e canali prestabiliti", che in pratica significa attraverso Israele. È una vergogna vedere il capo di una organizzazione mondiale che dovrebbe difendere e promuovere i diritti di tutti i popoli, parlare in nome di una potenza occupante belligerante, a scapito di un popolo occupato. Smettete di trattare Gaza (e la Palestina nel suo complesso) come una questione di beneficenza! I nostri problemi e la crisi umanitaria sono il risultato di deliberate politiche israeliane che ci negano libertà e diritti umani. Non ci sono "canali prestabiliti" per la nostra libertà che passino attraverso Israele. 

Noi, giovani palestinesi nati e cresciuti sotto il giogo dell'occupazione, dichiariamo il nostro appoggio e la piena partecipazione in azioni palestinesi ed internazionali nonviolente che sfidino la brutalità di Israele, in particolare l'assedio israeliano verso Gaza, che, secondo le stesse dichiarazioni delle Nazioni Unite, costituisce un'illegale punizione collettiva verso la nostra gente. Facciamo appello alle Nazioni Unite, che hanno il compito di mantenere la pace e la sicurezza mondiale, a smettere di riconoscere ed rispettare l'assedio, perchè questo serve solo a dare falsa legittimità alle pratiche di Israele, consentendo in tal modo di continuare questa punizione collettiva, e sporcando così l'intero sistema delle Nazioni Unite. Spetta alle Nazioni Unite adottare misure urgenti per proteggere le imbarcazioni in rotta verso Gaza, e tutti i volontari umanitari a bordo, nonché dichiarare il sostegno a quest'azione umanitaria, progettata per fare quello che l'ONU ei suoi stati membri finora non sono riusciti a fare. 

Diciamo oggi, senza mezzi termini, alle Nazioni Unite, al Segretario Generale, e a tutti Paesi che, attivamente o attraverso la complicità (tra cui il silenzio e l'inazione), sostengono la punizione collettiva e l'oppressione continua del popolo palestinese - “lottate per ciò che è giusto o rimanete fuori della nostra lotta, state fuori dalla nostra strada.”

domenica 6 novembre 2011

Ardi

KkK

Il nostro FUOCO libero

Qui si celebra la morte della lingua italiana
Qui si scrive la storia come più ci piace
Qui si esalta la unica vera filosofia, quella della vecchia e sempreverde faiga


Un ballo sul cadavere dei talk show televisivi, 
un rataplan sulle curve delle veline, 
l’amore incondizionato per le mutande di Antonio Zequila
questo è FEUER FREI. 

Dall’alto della nostra cassa di pomodori scaduti,
celebreremo le camicie sporche di sugo, le cravatte male allacciate,
i pantaloni a zampa di elefante e chi beve birra nelle tazze di caffè.

Non abbiamo la verità in tasca e l’unica politica che riconosciamo è quella dello sberleffo.
Qui, in questo preciso istante, proclamiamo nostro Duce e Conduttore Supremo,
l’intrepido occupatore dell’Avogadro
il solitario cantore di versi disperati, 
l’originale rivisitatore di Voltaire.
Non condividiamo quello che dici e siamo pronti a dare la vita affinché tu non lo dica.


Racconteremo i succhiotti e le sospensioni al Giulio,
i “colpi alla walter sabatini” che ancora aspettiamo
le infinite chiacchierate notturne a Capo Nord e
la trascinante simpatia del responsabile “ufficio complimenti e pacche sulle spalle”.


In questo gelido inverno,
ci riscalderemo col fuoco delle nostre storie,
con l’ardore della nostra gioventù.

con l’entusiasmo delle nostre vite spese male.

Ecco che va in malora il vostro mondo degli uguali...

Soon

L'unica crisi è quella che hai dentro te!

Carthago delenda est


L'umanità da sempre si è divisa in due modelli di società opposta: uno tradizionale fatto da una casta guerriera, l'altro materialista dominato da una casta mercantile. Mentre la società tradizionale ha come scopo la costituzione di un armonia ordinata tra gli uomini , la società mercantile ha come unico fine il dominio di pochi individui sugli altri servendosi della convenzione umana del denaro.
Il primo scontro che abbiamo tra questi due modelli risale alle famose "guerre puniche", che non furono solo una guerra per il predominio del mediterraneo, furono soprattutto una battaglia tra due "modus vivendi" uno quello spiritualista tradizionale basato su una casta guerriera(Roma), l'altro quello egoistico materialista creato dall'avidità(cartagine), il modello Romano uscì vittorioso da quest'epico scontro e con la forza prese il posto di guida dell'umanità. Posto che gli rimase fino alla rivoluzione francese quando la borghesia-massoneria(casta mercantile) forte di secoli di speculazione e guadagno infrangendo ogni regola etico-morale, sfruttando l'ignoranza e l'ingenuità dell'uomo riuscì a spodestare il modello tradizionale dal suo ruolo, posto che custodisce con crimini ed inganni tutt'oggi. In conclusione possiamo dire che effettivamente Cartagine ha vinto quello scontro iniziato migliaia di anni fa, infatti sono i pochi arricchiti sulle fatiche altrui che realmente governano la terra intera, questi tiranni dell'Oclocrazia però non hanno fatto i conti con una cosa, il loro sistema capitalista è un sistema perdente in partenza( ciò è dimostrato dalla crisi che oggi colpisce ogni nazione del mondo) il nostro invece è vincente e ce lo dimostra la storia con millenni di armonia e prosperità.

W la crisi!



Mesi e mesi che non si parla d'altro, al bar, al circolo, al lavoro, in treno, a casa.
La CRISI.
Tutti a lamentarsi (in stile tipicamente italiano), a piangersi addosso, a fare previsioni funeste per il futuro della società.
E io? Io no, la crisi non la temo, anzi la ringrazio: mi sta salvando la vita.
Sono impazzito? No, e vi spiego il perchè con qualche semplice esempio.
Il prezzo del gasolio sale alle stelle; ho letto su una rivista del settore che se la macchina non supera i 2000 giri si consuma molto di meno con un sensibile risparmio a fine mese.
Morale della favola: da 3 mesi faccio attenzione al contagiri, non superando i 2000 non vado sopra i 100 km/h nemmeno dove posso e riduco il rischio di incidenti, considerando anche che di km ne macino parecchi.
Ed ecco che già la crisi mi salva la vita.
Altro esempio: ho il brutto vizio del fumo ed un pacchetto di sigarette è arrivato a costare quasi 5 €, fumandone uno al giorno, a fine mese la spesa si sente.
Ed ecco l'escamotage (comune a molti colleghi di vizio) della sigaretta fai da te con tabacco e cartine.
Oltre al concreto risparmio economico, c'è il deterrente al fumo dato dal disagio di farsi la sigaretta da solo: da 20 che ne fumavo prima, ora ne fumerò a malapena 10, con respiro di sollievo e stretta di mano dei miei polmoni.
Ed ancora una volta la crisi mi salva la vita.
Mi decurtano dalla busta paga 100€ perchè i conti della regione non tornano e devo fare bene i conti per arrivare a fine mese (eh si, lo spettro di banche, usura ed Equitalia è sempre dietro la porta). Anche per il mangiare la parola d'ordine è risparmio: adoro la carne ma, sai com'è, una bistecca a 7€ me la posso permettere massimo una volta al mese. E di conseguenza cala il livello di trigliceridi e colesterolo e i reni si affaticano di meno.
E vai! E' la terza volta che la crisi mi salva la vita.
E vi assicuro che potrei continuare l'elenco per un bel po' ma vi risparmio (tanto per rimanere in tema) il tedio.
Quindi, tirando le somme, la crisi fà bene alla salute!
Morirò sì povero, ma a 100 anni.
Chi invece si arrichhisce alle mie spalle ed a quelle della gente come me (economi, banchieri, usurai, speculatori... ) morirà presto!!!!!
E sai... con questa piccola speranza io vivo ancora meglio!
Viva la crisi!


Fonte:  il Fascio Etrusco

Disdegna la vita comoda!

sabato 5 novembre 2011

Bäng bäng FEUER FREI!

Schiavo della Libertà!


"Ognuno ha la libertà che gli spetta, misurata dalla statura della dignità della sua persona."
Julius  Evola  

Sei Merce!


"Il secolo non sta sprofondando per mancanza di supporto materiale. L'universo infatti non è mai stato così ricco, colmo di tanto benessere, grazie a una industrializzazione di tale efficacia produttiva. Non vi sono state mai tante risorse, ne tanti beni disponibili. E’ il cuore dell'uomo, solo lui, ad essere in stato fallimentare."
Leon Degrelle 

Fuoco alle Banche!

Più di 5000 i nazionalisti marciano per le strade di Mosca (FOTO)









La santificazione di Steve Jobs



Il 6 ottobre 2011 il mondo ha perso un visionario. Questa è la considerazione che la gente aveva di Steve Jobs, il “grande” inventore della “Apple”, società che con le sue invenzioni e scoperte ha cambiato lo stile di vita di milioni di persone. Un visionario. Alla sua morte però abbiamo assistito a qualcosa di più rispetto al lutto per un “visionario”. Il mondo sembrava impazzito. C’era gente affranta davanti ad un semplice “iPhone”, gli “Apple store” di tutto il mondo sono stati invasi di lettere e fiori di ogni genere. La gente venerava un venditore di computer come un santo. E’ veramente giusto santificare una tale persona? Certamente Steve Jobs, oltre ad essere un formidabile genio, era anche un grande uomo. Appena nato viene dato in adozione ad una famiglia americana che gli garantisce l’università (che non finirà di frequentare), a soli 21 anni fonda una piccola società, quasi per gioco, con un amico: la “Apple”. Dopo i primi successi con la società venne cacciato dai dipendenti che lui stesso aveva assunto. Nonostante tutto non si da per vinto , crea la “Next” (società di computer) e la “Pixar” (che avrà un successo strepitoso fino ai nostri giorni) La “Apple” accortasi dell’errore comprerà la “Next” riassumendolo. Il successo per Jobs continua. E proprio quando la sua società raggiunge l’apice del successo gli viene diagnosticato il tumore al pancreas. “Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo e sta certo che prima o poi indovinerai” Questa è la frase che ha condizionatola vita di Jobs. La sua straordinaria capacità di andare sempre oltre ogni aspettativa, il suo straordinario genio e la sua forte e viva voglia di non arrendersi mai, nemmeno di fronte al tumore, lo hanno fatto apparire, agli occhi del mondo, come un visionario. E forse Steve Jobs un visionario lo era davvero. Ma è giusto dare una tale importanza, quasi da santificarlo, ad un uomo che, seppur visionario, ha introdotto cambiamenti che hanno rovinato irreparabilmente la società? Jobs infatti, come dimostra anche la vita, ha incarnato alla perfezione l’uomo simbolo dell’individualismo americano, del tutti contro tutti che ha portato questa società alla rovina e l’ha fatta sprofondare nella crisi profonda dove ci troviamo ora. L’uomo che tutti venerano come un santo era un uomo pieno di ego, di competitività, che invece di rendere più semplice la vita della gente l’ha solo resa più difficile. Ora una persona comune non riesce a stare tranquilla se non può navigare su internet mentre è al lavoro, o se non può sentire la musica sempre ed ovunque. I bisogni dell’uomo sono aumentati esponenzialmente: wi-fi, 3G, bluetooth, il bisogno di stare sempre in contatto con gli amici, cellulari di ultima generazione… siamo in una società in cui ogni valore etico, morale o religioso, è stato sostituito dal materialismo più sfrenato, la gente è disposta a fare file di ore ed ore solo per comprare un pezzo di ferro, per poi ripetere la coda il mese successivo per comprare la nuova versione che di nuovo non ha quasi niente. E in una società del genere un visionario viene adorato come un santo, per giorni e giorni, solo perché ha prodotto milioni e milioni di beni di alto valore (basti pensare al valore di un iPhone 4) con i quali la popolazione ha creduto di viere meglio mentre invece sprofondava nella crisi sia economica ma anche di valori in cui ci troviamo ora. L’impatto che ha avuto la sua morte è stato impressionante. C’erano più mele in televisione e sui cartelli pubblicitari che sugli alberi. Ed il tam-tam mediatico è proseguito per una settimana intera. La vita di Steve Jobs, che per certi versi dovrebbe essere un esempio, non è stata presa come tale dalla gente, che all’invito di Jobs “Siate affamati, siate folli” lanciato alla Stanford University nel 2007, ha risposto con una fame verso beni materiali sempre più insensata e con una follia generale che ha portato a questo estremo ed eccessivo risalto mediatico riguardo la sua morte e alla sua successiva santificazione. Non ci facciamo ingannare, i santi sono altre persone, Steve Jobs non lo era di certo.